Natura & Tempo libero
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giovedì 8 marzo 2012
Coltivare nel mese di Marzo
Siate prudenti nell'eseguire semine e trapianti perché in alcune colture questi lavori effettuati con troppo anticipo potrebbero compromettere la riuscita delle colture stesse. Eseguite la semina possibilmente a righe (VEDI DISEGNO) per tutte le colture, perché in seguito sarete facilitati nel compiere le varie operazioni colturali.
Preparazione delle aiole per la semina. A-Dopo la vangatura rompete le zolle adoperando una zappa o un erpicatore. B-Rifinite gli strati più superficiali del terreno a mezzo di ripetute rastrellature effettuate sia nel senso della lunghezza che in quello della larghezza dell’aiola. C-Se volete una superficie ancora più liscia e piana ripassate con leggerezza il suolo con uno spianatoio o con il dorso del rastrello. D
-Per seminare a righe con maggiore precisione impiegate un segnarighe, magari costruito da voi stessi.
SEMINE E TRAPIANTI DI MARZO
Potete seminare in coltura protetta non riscaldata (pianura padana) da metà marzo ai primi di aprile: anguria, cetriolo, fagiolo e fagiolino nani, indivia riccia, melone zucca, zucchino; per tutto il mese di marzo: pomodoro, peperone, melanzana, sedano, basilico.
Potete seminare in piena aria (pianura padana) per tutto il mese di marzo: bietola da costa e da orto, carota, cavolo cappuccio primaverile-estivo, lattuga e cicoria da taglio, lattuga a cappuccio, cipolla bianca e colorata, pisello, prezzemolo, ravanello, rucola, spinacio.
Potete trapiantare in coltura protetta non riscaldata (pianura padana) da metà marzo: melanzana, peperone, pomodoro; da fine mese-primi di aprile: anguria, cetriolo, melone, zucchino.
Potete trapiantare in piena aria (pianura padana) a circa metà mese di marzo: patata; per tutto il mese di marzo: aglio, cipolle, lattuga a cappuccio.
Lattuga da taglio.
In marzo proseguite le semine. Anche in questo caso potete seminare a righe utilizzando un segnarighe per operare con maggiore razionalità. Nelle località più fresche, mantenete le aiole in cui avete seminato, trapiantato e quelle in vegetazione protette da tessuto non tessuto.
Melanzana.
In marzo proseguite, sotto protezioni, le semine in contenitore per ottenere piantine con pane di terra. Attorno a metà mese mettete a dimora sotto ampi tunnel le piantine con pane di terra. Dopo il trapianto, irrigate con modeste quantità d'acqua.
Patata.
A metà marzo iniziate l'impianto dei tuberi-seme di patata.
Peperone.
In marzo proseguite, sotto protezioni, le semine in contenitore per ottenere piantine con pane di terra. Attorno a metà mese mettete a dimora sotto ampi tunnel le piantine con pane di terra. Dopo il trapianto irrigate con modeste quantità d'acqua.
Pomodoro.
In marzo proseguite sotto protezioni le semine in contenitore per ottenere piantine con pane di terra. Attorno a metà mese mettete a dimora sotto ampi tunnel le piantine con pane di terra. Dopo il trapianto irrigate con modeste quantità d'acqua.
Radicchio.
In marzo ultimate la raccolta di radicchi invernali, come il Chioggiotto.
Zucca.
Effettuate le semine, sotto protezioni, da metà marzo ai primi di aprile in vasetto o contenitore simile: otterrete piantine con pane di terra da mettere a dimora in piena aria già da fine aprile nelle località a clima mite.
Zucchino.
Effettuate le semine, sotto protezioni, da metà marzo ai primi di aprile in vasetto o contenitore simile: otterrete piantine con pane di terra da mettere a dimora in piena aria già da fine aprile nelle località a clima mite. Da metà marzo potete trapiantare sotto ampi tunnel le piantine con pane di terra acquistate o ottenute da precedenti semine (effettuate in un contenitore che avete posto in un ambiente luminoso riscaldato o in una doppia finestra). Da metà marzo, via via che le giornate si allungano e le temperature giornaliere si alzano, sono necessarie protezioni sempre meno ampie. Durante le prime fasi della coltura irrigate con modeste quantità di acqua a temperatura ambiente
Bell'orto..!!
L'avvento delle serre ha migliorato considerevolmente la produzione degli orti. Sia le colture in serra che quelle in aperta campagna richiedono comunque una buona irrigazione.
Chiunque di noi, anche chi possiede solo pochi metri quadrati di spazio può coltivare questa passione anche nel giardino di casa o sul balcone dove un vaso può essere sufficiente per accogliere i nostri ortaggi.Le colture da orto comprendono piante annuali che esauriscono il loro ciclo vegetativo nell'anno e colture perenni che offrono produzioni abbondanti che si ripetono ad ogni stagione (carciofi, asparagi). In un buon terreno vi è la presenza dei lombrichi che producono humus, rendendo il terreno da orto grasso e ben aerato.
domenica 4 marzo 2012
Famiiglia dei Cervidi
di volume e producono la loro secrezione nel periodo degli accoppiamenti, mentre per gran parte dell’anno
sono in condizioni di riposo funzionale.
stabilito, strofinando la testa contro arbusti.
• Nella femmina hanno dimensioni minori ed anche in esse aumentano di volume all’inizio dell’epoca riproduttiva; il liquido secreto, in questo caso, funge verosimilmente da richiamo olfattivo per il maschio.
Le corna sono distinte in due tipi:
1) corna cave o corna propriamente dette, tipiche dei Cavicorni (Muflone, Camoscio, Stambecco,) che crescono in maniera continua per tutta la vita dell'animale; Le corna cave hanno un astuccio esterno di epidermide cornificata che, assieme con lo strato germinativo ed il sottostante derma, ricopre una sporgenza
ossea derivata dalle bozze dell'osso frontale. 2) e corna piene o palchi, tipiche dei Plenicorni (Cervo, Daino,
Capriolo) che cadono e si riformano ogni anno. Le corna piene sono sporgenze ossee delle bozze frontali. Nella fase di formazione la parte ossea è ricoperta dal velluto (pelle munita di pelo); Quando l'osso ha completato l’accrescimento, la rosetta alla sua base comprime la pelle e rompe i vasi sanguigni provocando
emorragie. Ciò determina la morte del velluto, che si sfalda in brandelli denudando la parte ossea. Al termine della stagione riproduttiva anche l'osso, non più nutrito dalla pelle, si erode a livello della rosa e cade.
martedì 28 febbraio 2012
Flora e Fauna Calabrese
LA FLORA:
Pollino: Abete bianco, Acero, Castagno, Cerro, Faggio, Leccio, Ontano nero, Peonia selvatica, Pino loricato, Pino nero, Roverella, Tiglio.
Catena costiera: Artemisia, Castagno, Cerro, Eringio, Euforbia arborea, Faggio, Finocchio, Inula, Leccio, Ontano, Orniello, Papavero giallo, Roverella, Salsola, Sughera.
Sila: Abete bianco, Abete di monte, Agrifoglio, Biancospino, Castagno, Faggio, Leccio, Nocciolo, Ontano nero, Pino laricio, Pioppo tremulo, Quercia, Rovere, Tiglio.
Serre: Abete bianco, Castagno, Faggio, Farnia, Frassino, Leccio, Nocciolo, Sughera, Viburno.
Aspromonte: Abete bianco, Acero, Faggio, Farnetto, Leccio, Oleandro, Pino laricio, Pioppo, Platano, Rovere, Sorbo, Tamerice, Umbrillicaria.
mercoledì 16 febbraio 2011
Conservazione e Cotture
Chiodini sott'olio
Ingredienti:
- 600gr di chiodini
- acqua
- succo di limone
- aceto
- sale grosso
- olio
- 2 spicchi d'aglio
- 2 peperoncini interi
- pepe
Lavate 600 g di chiodini in acqua acidulata con succo di limone e asciugateli. Portate a ebollizione un miscuglio di acqua e aceto in parti uguali con un cucchiaio di sale grosso, 2 spicchi d'aglio, 2 peperoncini interi e qualche grano di pepe: scottatevi i funghi per 5 minuti, poi scolateli e lasciateli asciugare su di un canovaccio. Distribuite i chiodini nei vasi sterilizzati alternandoli a fettine di aglio e pezzetti di peperoncino, colmate d'olio, chiudete e conservate in luogo fresco.
martedì 15 febbraio 2011
I Funghi
Cosa sono i funghi
I funghi sono organismi eucarioti – il cui materiale genetico è racchiuso da una membrana all'interno di un nucleo – immobili e non fotosintetici; rappresentano uno dei cinque Regni in cui sono stati suddivisi tutti gli esseri viventi: il Regno dei Fungi o Miceti.I funghi sono organismi fondamentalmente semplici, privi di tessuti differenziati e specializzati.
Non essendo dotati di clorofilla e non potendo quindi effettuare fotosintesi e ricavare energia dal sole come le piante, si devono necessariamente nutrire dei composti organici sintetizzati da altri esseri viventi; appartengono di conseguenza al novero degli organismi eterotrofi: le sostanze nutritizie che necessitano per vivere vengono assorbite direttamente dall'ambiente esterno.
Cosa fanno, dove vivono, come si nutrono
Il loro "ruolo", in natura, è fondamentalmente quello di decomporre il materiale organico e renderlo così disponibile, in forma di concime, alle piante verdi; per farlo crescono e proliferano in quasi tutti gli ambienti, alla luce del sole o al buio.
I funghi vivono, per esempio, nel suolo, nella vegetazione marcescente e all'interno o sulla superficie di molti alimenti dell'uomo; alcune specie colonizzano abitualmente anche il nostro apparato digerente.
In genere si nutrono dei tessuti di organismi morti, ma alcune specie sono in grado di attaccare anche esseri viventi, nel qual caso possono essere causa di numerose malattie infettive, anche per l'uomo.
Le modalità di nutrimento dei funghi sono essenzialmente tre:
- funghi saprofiti: si nutrono di materiale organico appartenente a organismi vegetali o animali morti;
- funghi parassiti: per nutrirsi aggrediscono piante e animali ancora viventi, causandone a volte anche la morte; rappresentano gli agenti patogeni all'origine delle micosi;
- funghi simbionti: vivono a stretto contatto con altri esseri viventi, ma in questo caso il vantaggio – a differenza che nel parassitismo – è di entrambe le specie coinvolte in questo scambio di tipo mutualistico; esempi di relazioni simbiotiche sono i licheni (tra un fungo e un alga) o le micorrize (tra un fungo e una pianta verde, a livello delle radici).
In quanto eucarioti, i funghi sono provvisti di organelli cellulari dotati di membrane e di un nucleo contenente un nucleolo e un numero specifico di cromosomi legati alla membrana nucleare.
Al Regno dei Funghi appartengono sia organismi estremamente semplici, che comprendono una sola cellula, sia organismi pluricellulari e relativamente complessi, strutturati in filamenti a loro volta unicellulari o pluricellulari, chiamati ife. È il fitto intreccio delle ife che costituisce il micelio, ossia l'apparato vegetativo (il "corpo") dei funghi.
Le ife pluricellulari sono generalmente settate: le cellule che le compongono sono infatti separate da pareti cellulari che consentono, in alcuni casi, il passaggio di materiale e persino di organelli tra una cellula e l'altra. Questa forma di comunicazione cellulare all'interno dei singoli filamenti è resa possibile dalla presenza, nelle pareti che separano cellule adiacenti, di uno o più pori.
Le ife non settate sono invece costituite da un'unica cellula plurinucleata.
Come nelle piante, quindi, anche nei funghi si osserva in genere la presenza, intorno alla membrana, di una rigida parete cellulare; a differenza della parete delle cellule vegetali, costituita in prevalenza da cellulosa, quella dei funghi è però composta soprattutto da chitina, un differente polisaccaride che si ritrova anche nell'esoscheletro rigido e impermeabile degli insetti e degli artropodi in generale.
La riproduzione asessuata
La riproduzione dei funghi può avvenire per via sessuata – attraverso la fusione di due o più nuclei con un diverso patrimonio genetico – o asessuata, con cicli vitali che possono essere semplici, ma anche molto complessi. La riproduzione passa nella maggior parte dei casi attraverso la creazione di spore, cellule riproduttive specializzate che sviluppandosi danno origine a un nuovo fungo.
La riproduzione asessuata si può avere per:
- scissione: una cellula madre si suddivide per mitosi in due cellule identiche tra loro e con il medesimo patrimonio genetico della cellula originaria. Meccanismo diffuso nei lieviti (ascomiceti) e in genere nei funghi unicellulari;
- gemmazione: dalla cellula madre si forma una piccola protuberanza chiamata gemma, all'interno della quale migra un nuovo nucleo cellulare; la gemma si può poi staccare andando a formare un individuo autonomo, oppure può restare dov'è e, sviluppandosi, contribuire alla formazione di una colonia di funghi; a differenza che nella scissione, nella gemmazione c'è una ripartizione diseguale del materiale cellulare tra la cellula madre e la gemma in formazione. È un sistema riproduttivo diffuso soprattutto tra i lieviti;
- frammentazione: dall'apparato vegetativo di un fungo pluricellulare si distacca una porzione in grado di accrescersi e sopravvivere in maniera indipendente;
- sporulazione: all'interno di particolari strutture a forma di "sacchetto globoso" chiamate sporocisti, molti funghi pluricellulari producono delle spore che, quando vengono liberate in contesti ambientali favorevoli, si sviluppano fino a dare un nuovo individuo; se le condizioni ambientali non sono adatte queste spore, grazie alla spessa parete protettiva che le avvolge, sono in grado di resistere rimanendo quiescenti anche per lunghi periodi di tempo, in attesa del momento più propizio per svilupparsi. Le spore, a seconda del fungo che le produce, possono essere dotate di un flagello e dunque mobili (le zoospore), oppure prive di appendici adibite alla locomozione e dunque incapaci di spostarsi (le aplanospore).
La riproduzione per via sessuata inizia con la produzione di spore maschili e femminili all'interno di strutture del fungo specializzate per la riproduzione, chiamate corpi fruttiferi o carpofori (nelle specie comuni che crescono sul suolo di boschi e prati rappresentano la parte di fungo che fuoriesce dal terreno).
Quando le spore sono mature vengono liberate e diffuse nell'ambiente tramite il vento, l'acqua o gli insetti. Nel caso raggiungano un substrato adatto e siano presenti condizioni ambientali favorevoli, germinano e danno origine alle ife che costituiscono il cosiddetto micelio primario; questo è però ancora privo delle strutture riproduttive presenti nel fungo maturo.
Se l'ifa "maschile" entra in contatto e si fonde con l'ifa "femminile" (che si è sviluppata a partire da una spora prodotta da un differente individuo oppure, in alcuni casi, anche dal medesimo fungo), l'unione dei due miceli primari dà origine al micelio secondario: si arriva così allo sviluppo del carpoforo vero e proprio del fungo maturo, con le sue strutture riproduttive specializzate, i gametangi.
È all'interno di queste strutture che, in seguito alla ricombinazione del patrimonio genetico delle ife, si forma la cellula (zigote) che darà origine, sviluppandosi, a un nuovo individuo.